lunedì 18 marzo 2019

Un tetto e troppe falde sulla testa

Qualche giorno fa ho iniziato a leggere la rivista a fascicoli “日本の城” (Nihon no Shiro - castelli giapponesi) della DeAgostini Japan, e subito mi sono trovata a dubitare di me stessa.
 
Fig. 1 Il tenshu del castello di Kumamoto,
foto tratta da Nihon no Shiro della DeAgostini Japan.
 In blu i chidorihafu e in rosso gli irimoya.

In una foto che ritrae il tenshu del castello di Kumamoto erano indicati i frontoni in stile chidori 千鳥破風 e i tetti in stile irimoya 入母屋, e ho dovuto ammettere che non sarei stata in grado di distinguerli, tanto che mi sono chiesta se avessi ben chiara la differenza tra le due tipologie.

In realtà, studiando meglio la disposizione dei tetti di Kumamoto e rinfrescando le mie conoscenze in merito, ho ridotto il problema ad una semplice questione di prospettiva.

Il tenshu di Kumamoto, sebbene sia una ricostruzione in cemento armato, mantiene l'aspetto esteriore di un tenshu di tipo bōrogata: semplicemente guardandolo si ha l'impressione che sia composto da tre edifici sovrapposti l'uno sull'altro. 

Il tetto principale della struttura è di tipo irimoya, ovvero un tetto a quattro falde con due di esse spezzate da dei frontoni (nelle foto sono stati colorati di rosso per renderli più facilmente riconoscibili).

Fig. 2 Un disegno che presenta il tenshu di Kumamoto
visto dall'alto. Da questa prospettiva è più facile distinguere
l'abbaino dal tetto principale.




I frontoni di tipo chidori (in blu) sono invece assimilabili ad abbaini che si aprono al di sopra del tetto e costituiscono un'aggiunta alla struttura principale.

Avendo una visuale dal basso come nella fig. 1 non è facile distinguere le due tipologie di frontone, anche perché nel caso di Kumamoto abbiamo due ōchidorihafu 大千鳥破風, ovvero frontoni di dimensioni maggiori rispetto al normale, vicine a quelle del tetto principale.

Osservando lo stesso tenshu dall'alto come nel disegno in fig. 2 l'andamento delle tegole e il modo in cui i chidori hafu si appoggiano sopra al tetto irimoya, i nostri dubbi vengono velocemente fugati.

Questa difficoltà a distinguere le due tipologie di tetto era voluta: spesso torri e dongioni dei castelli giapponesi presentano facciate asimmetriche proprio per confondere il nemico e mantenere l'incertezza sulla reale disposizione dei piani interni.

Esistono molte combinazioni diverse per abbellire i tetti di un castello con frontoni più o meno grandi, singoli o appaiati. Il castello che ci offre la più aggraziata e completa serie di frontoni è quello di Himeji e sicuramente in uno dei prossimi post lo utilizzerò per una piccola escursione sui tetti giapponesi.




venerdì 27 gennaio 2017

Kagemusha

"Kagemusha, l'ombra del guerriero" (影武者) è un film diretto da Akira Kurosawa e vincitore della Palma d'Oro a Cannes nel 1980.
L'accento del film cade sulla figura del sosia, il kagemusha, e sulla complicata relazione tra ombra e originale.
Il film è molto interessante, sia dal punto di vista artistico che da quello introspettivo, ma non essendo io un'esperta di cinematografia, eviterò di cimentarmi in una critica traendo invece spunto dall'opera per approfondire qualche aspetto del periodo storico, dei personaggi e dei castelli che vi compaiono, sperando che questo vi aiuti ad apprezzarne la visione.

martedì 20 dicembre 2016

Ishigaki: mura che sostengono e innalzano


Il castello di Marugame nello Shikoku è famoso per le sue alte mura

Gli ishigaki 石垣 sono uno degli elementi più famosi e affascinanti dei castelli giapponesi. 
Le alte mura in pietra che ci accolgono all'approssimarci ad una fortezza di periodo Momoyama o Edo (o ai suoi resti) ci colpiscono per la loro presenza massiccia, così in contrasto con l'architettura tipica del Giappone antico e medievale fatta di edifici bassi, dalle pareti scorrevoli in legno e dalle finestre in carta di riso.

I castelli invece erano il luogo dove riparare dagli attacchi nemici e il tramite con cui il signore di un feudo metteva in mostra la propria forza economica e politica.

Ishigaki significa letteralmente 'recinto' (gaki 垣) 'di pietre' (ishi 石), ma ciò che viene designato con questo termine può avere molte forme e funzioni

Bitchu Matsuyama è uno yamashiro, un castello di montagna
I suoi ishigaki si aggrappano alla roccia del monte
su cui è stato costruito

mercoledì 12 ottobre 2016

Niyõ no ishigaki: mura in due stili per un rapido confronto

Niyō no ishigaki - castello di Kumamoto
Gli ishigaki 石垣 sono le mura in pietra che circondano, proteggono e sostengono i castelli giapponesi e oggi ne sono le vestigia più comuni, nonché una delle caratteristiche maggiormente amate dai loro fan.

Nel corso dei secoli i metodi di costruzione sono andati evolvendosi, gli stili sono cambiati e non è sempre facile capire con quale tecnica siano state impilate le pietre o a quale epoca appartenga uno ishigaki.

domenica 29 maggio 2016

Il castello di Ōsaka e le mura ritrovate

Avete per caso intenzione di visitare Ōsaka e già che ci siete di fare un salto al suo castello?

Allora, quando avrete sete e vi verrà voglia di prendere qualcosa ai distributori automatici, onnipresenti in Giappone, scegliete quelli che hanno sul fianco questa scritta:

In questo modo aiuterete il progetto "Toyotomi Hishigaki Kōkai".

Di cosa si tratta?
Per spiegarvelo ne approfitto e vi racconto un po' della storia di Ōsaka, del suo castello e del Giappone in generale, ma state tranquilli, sarò breve!

martedì 17 maggio 2016

Il terremoto di Kumamoto dell'aprile 2016

Il nagabei 長塀 lungo il fiume Tsuboi
Tra il 14 e il 16 aprile 2016, esattamente un mese fa, due forti scosse di terremoto hanno colpito il Kyūshū, la più meridionale delle quattro isole giapponesi. Il livello di intensità sismica sulla scala nipponica è stato 7,3, noi occidentali lo abbiamo classificato di magnitudine 7, ovvero il grado più alto registrato fino ad oggi in quella parte dell'arcipelago.
L'epicentro è stato localizzato proprio al di sotto di una popolosa città: Kumamoto 熊本, a cinque chilometri a sud dell'omonimo castello. 
I morti sono stati 49, i feriti quasi 1500.

domenica 28 febbraio 2016

Torri tuttofare: i mille usi di una yagura

Castello di Hiroshima, ricostruzione della taiko yagura (a sinistra) e di una tamon yagura.
In un post precedente ho parlato di tre stili di yagura 櫓: sanjū 三重櫓, nijū 二重櫓 e hira 平櫓.
Oggi continueremo a parlare di yagura, imparando quali funzioni svolgevano (ne avevano moltissime!) e anche un certo numero di parole giapponesi.
Questo perché, quando parliamo delle torri di un castello giapponese, spesso il nome con cui sono indicate viene lasciato in originale, sì anche quando la descrizione è in un'altra lingua. Abbiamo già visto il caso delle direzioni, oggi vedremo quello in cui il nome indica il ruolo della yagura.