L'accento del film cade sulla figura del sosia, il kagemusha, e sulla complicata relazione tra ombra e originale.
Il film è molto interessante, sia dal punto di vista artistico che da quello introspettivo, ma non essendo io un'esperta di cinematografia, eviterò di cimentarmi in una critica traendo invece spunto dall'opera per approfondire qualche aspetto del periodo storico, dei personaggi e dei castelli che vi compaiono, sperando che questo vi aiuti ad apprezzarne la visione.
Siamo alla fine del periodo Muromachi (1336-1573), gli shōgun Ashikaga che hanno governato il paese fin dal XIV secolo hanno perso gran parte del proprio potere e nelle provincie i signori feudali si stanno combattendo per aumentare i territori e la ricchezza dei propri clan. Per questi ultimi, entrare nella capitale significherebbe ottenere il riconoscimento del proprio valore da parte della corte e dello shogunato e magari ritornare a casa con un titolo che legittimi il loro predominio.
Nel 1568, Ashikaga Yoshiaki, 15° e ultimo shōgun Ashikaga, ha chiesto a Oda Nobunaga, uno dei daimyō più potenti, di aiutarlo a rientrare a Kyōto. Nobunaga lo ha accontentato, ma in cambio non ha chiesto né titoli né cariche: ha semplicemente messo in chiaro che da quel momento sarebbe stato lui, Nobunaga, a prendere tutte le decisioni politiche.
Yoshiaki non ha potuto rifiutare, ma ha iniziato ad organizzare una lega anti-Nobunaga. Nel 1572 un altro grande daimyō, Takeda Shingen, viene invitato a far parte di questa alleanza.
Shingen accetta e si mette in marcia verso Kyōto. Alla fine di quell'anno le sue truppe devono attraversare la provincia di Mikawa 三河, territorio dei Tokugawa, alleati degli Oda. I due schieramenti si affrontano a Mikata ga Hara 三方ヶ原 dove le truppe Takeda ottengono una vittoria schiacciante contro gli eserciti uniti di Tokugawa e Oda. Possono così proseguire l'avanzata verso il castello di Noda 野田城.
Le vicende del film prendono avvio a questo punto.
Il Shingen storico muore all'inizio del 1573, ma non è del tutto certo in che circostanze. Sembra che già a Mikata ga Hara, o forse durante l'assedio di Noda, si fosse ammalato o fosse stato ferito. Nella pellicola, Kurosawa si lascia ispirare dalla leggenda secondo cui il capo del clan Takeda sarebbe stato ucciso da un tiratore scelto. Kurosawa ricama su questo fatto e fa esprimere a Shingen il desiderio di mantenere la sua morte segreta, sostituendolo con un ladruncolo, a lui identico e istruito per imitarlo in modo ineccepibile, al fine di proteggere il clan dagli attacchi nemici.
Anche senza un kagemusha che si finga Shingen, i Takeda continuano a prosperare per qualche anno e una delle loro imprese più riuscite è proprio la conquista di Takatenjin 高天神城 che nemmeno Shingen era riuscito a far cadere. Purtroppo l'erede di Shingen non riesce a eguagliare l'abilità di stratega del padre e nella battaglia di Nagashino (Nagashino no tatakai 長篠の戦い) i Takeda subiscono una dura sconfitta. Il clan continuerà ad esistere fino all'inizio del periodo Tokugawa, ma ormai i territori conquistati da Shingen sono andati perduti e la loro fortuna è finita.
Qualche curiosità sui personaggi che compaiono nel film
Takeda Shingen 武田信玄 (1521-1573)
È il capo del clan dei Takeda, originario del Kai 甲斐. Viene spesso soprannominato "la tigre del Kai" ed è forse in riferimento a questo che nel film, per rimproverarlo, uno dei suoi generali lo rimbrotta chiamandolo "la scimmia del Kai". È un grande stratega e nel corso della sua vita riuscirà a ingrandire enormemente i territori del suo clan.
Oda Nobunaga 織田信長 (1534-1582)
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Oda Nobunaga in un ritratto in stile occidentale esposto al museo del castello di Gifu. |
Nel film vediamo spesso associato a Nobunaga un cappello piumato di foggia europea e nelle scene di guerra indossa una corazza in stile occidentale, inoltre in un incontro con Ieyasu gli offre del vino (che lui definisce un saké dei Barbari del Sud, i nanban 南蛮, come venivano chiamati gli occidentali). Questi dettagli vogliono richiamare allo spettatore il suo legame con gli stranieri.
I padri gesuiti
In una scena vediamo tre preti che impartiscono a Nobunaga una benedizioni dalle mura del castello. Nobunaga aveva dimostrato un notevole interesse verso la religione Cristiana e questo per due motivi: innanzitutto, dove andavano i missionari arrivavano anche i mercanti, con le loro armi occidentali. In secondo luogo egli accarezzava l'idea di sostituire, in futuro, la religione Buddhista - troppo invadente negli affari di stato - con quella Cristiana.
Forse, il padre che impartisce la benedizione potrebbe essere Luis Frois (1532-1597), missionario gesuita giunto in Giappone nella seconda metà del XVI secolo e che, divenuto amico di Nobunaga, si trasferì nel 1569 nel suo castello di Gifu. Frois ci lascerà molti importanti resoconti su Nobunaga e sui suoi castelli.
Tokugawa Ieyasu 徳川家康 (1542-1616)
Ieyasu è un altro grande daimyō che ha appena iniziarto a espandere i propri territori e si sta dimostrando una figura di spicco nel periodo degli Stati Combattenti. Alleato di Nobunaga, sarà il terzo dei tre unificatori del Giappone, colui che nel 1600 riuscirà a pacificare i vari signori feudali e a creare un regime, il regime Tokugawa, che durerà fino al 1867 e che vedrà il paese isolarsi dal resto del mondo.
Il paggio O-Ran
Il paggio di Nobunaga è probabilmente Mori Ranmaru 森欄丸 (1565-1582), anche se all'epoca in cui è ambientato il film il Ranamru storico aveva appena tra gli 8 e i 10 anni ed è entrato a servizio di Nobunaga solo nel 1577, quando di anni ne aveva 13.
Ranmaru è famoso nella storia giapponese come esempio di lealtà. Per i suoi meriti, nel 1582, dopo la sconfitta definitiva dei Takeda, riceve il titolo di signore dei castelli di Kaneyama 金山城 (secondo la biografia di Nobunaga) e di Iwamura 岩村城, un tempo appartenuto ai Takeda, insieme ad una notevole rendita.
Morirà quello stesso anno insieme a Nobunaga.
I generali dei Takeda
I giapponesi amano ricordare e tramandare le gesta di gruppi di eroi o di combattenti. Gli otto generali (compreso Nobukado, il fratello di Shingen) che compaiono nel film fanno parte di un simile gruppo di famosi combattenti, nello specifico dei 24 generali dei Takeda.
Kurosawa sceglie di portarne sullo schermo otto, lo stesso numero di quelli che moriranno proprio durante la battaglia di Nagashino.
L'unico di cui viene fatto il nome è il generale Yamagata Masakage 山県昌景, famoso, tra l'altro, per la sua armatura rosso fuoco.
Degli altri ho cercato di ricavare il nome basandomi sugli stemmi ricamati sui loro abiti.
Dovrebbe trattarsi di: Naito Masatoyo, Yamamoto Haruyuki, Hara Masatane, Baba Nobuhara e Obata Toramori. L'ultimo generale, quello che sobilla Katsuyori contro il sosia, porta invece lo stemma degli Hōjō (i tre triangoli neri attorno a un triangolo bianco rovesciato), un altro clan molto potente i cui territori confinavano con quelli dei Takeda.
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Un fotogramma del film in cui compaiono gli otto generali. Al centro Nobukado (di profilo) e il generale Yamagata. |
Curriosità sulle battaglie
L'assedio del castello di Noda (1573)
野田城の戦い
I Takeda hanno un esercito di oltre 30.000 uomini, ma faticano a prendere questo castello presidiato da una piccola guarnigione. Il castello ha buone difese ed è stato costruito in un punto strategico. Riusciranno a farlo cadere grazie ad una squadra di guastartori composta anche di minatori che scaverà tre tunnel fino al fossato, prosciugando la prima linea difensiva e tagliando i rifornimenti d'acqua.
Nel film i Takeda abbandonano l'assedio dopo il ferimento di Shingen, nella realtà l'assedio ha successo e il castello viene consegnato loro.
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Un disegno raffigurante il castello di Gifu, all'epoca residenza di Nobunaga e tipico esempio di castello di montagna |
高天神の戦い
Takatenjin era considerato uno dei castelli più difficili da conquistare e anche Shingen che lo aveva assediato nel 1571 aveva dovuto rinunciare a farlo cadere.
Nel film vediamo (intuiamo, in realtà) alcune scene di combattimento. Queste, unite al vanto di Katsuyori per aver conquistato il castello, ci fanno immaginare una battaglia importante. Nella realtà la caduta di Takatenjin è conseguenza di una serie di concause: i Tokugawa non hanno ancora ricompattato le forze dopo la sconfitta subita l'anno precedente a Mikata ga Hara e non possono mandare rinforzi al castello assediato. Anche gli Oda sono impegnati su un altro fronte e così, messo di fronte a un esercito assediante di oltre 25.000 uomini, il generale che controllava Takatenjin accetta la resa, consegnando il castello nelle mani di Katsuyori.
(Sarà Ieyasu, nel 1581, a far cadere in battaglia l'imprendibile fortezza, ma questo è avvenuto al di fuori del periodo storico che qui ci interessa...)
La battaglia di Nagashino (1575)
長篠の戦い
La battaglia di Nagashino è considerata la prima battaglia di tipo moderno in Giappone. Anche se in tutto il film i fucili la fanno da padroni, essi erano ancora considerati un'arma esotica di importazione, non così diffusi e ben sfruttati. Sarà Oda Nobunaga a farne un uso sistematico per la prima volta proprio a Nagashino, dove schiera due fila di archibugieri al riparo di palizzate, pronti a darsi il cambio per scaricare la propria potenza di fuoco sui nemici in avvicinamento.
Se nel film è l'avventatezza di Katsuyori a portare i Takeda al massacro in questa famosa battaglia, nella realtà molto è dovuto all'abilità strategica di Nobunaga.
Questi ha infatti disposto le truppe a una breve distanza dal fiume, sull'argine, in modo che la famosa cavalleria dei Takeda vedesse rallentata la propria carica. I Takeda non ingaggiano battaglia in modo aperto, ma vengono spinti ad inseguire il nemico e quando sbucano dalla boscaglia si trovano già a tiro dei fucilieri.
Le palizzate inoltre proteggono in parte i tiratori degli Oda e dei Tokugawa sia dalla carica di cavalleria che dai lancieri Takeda.
I numeri della vittoria schiacciante degli Oda sono riportati nella biografia di Nobunaga: più di 10.000 Takeda avrebbero perso la vita quel giorno, contro i 60 dei Tokugawa-Oda. Adesso gli storici ritengono che i numeri dovrebbero essere modificati al ribasso, ma rimane comunque questa la battaglia che ha visto iniziare il declino inesorabile del clan Takeda.
I castelli
I castelli che compaiono nel film sono stati costruiti in un'epoca posteriore rispetto a quelli che vogliono rappresentare. Himeji, Kumamoto e Iga-Ueno, le location dove il film è stato girato, sono simboli del potere economico e politico di un daimyō, mentre Gifu, Noda, Takatenjin erano castelli di montagna, costruiti per essere rifugio, base da cui controllare il territorio e fortezze inespugnabili.
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La Iidamaru yagura del castello di Kumamoto. Nel film sono girate qui le scene ambientate a Noda |
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Il tenshu del castello di Gifu visto dai piedi del colle su cui sorge Per raggiungerlo è possibile utilizzare una comoda funivia |
Nel volgere di pochi decenni gli scopi di un castello e le conoscenze tecniche per realizzarlo sono andati cambiando drasticamente e questo è avvenuto anche grazie a Nobunaga.
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Uno scorcio delle torri e delle mura del castello di Himeji dove sono state girate le scene ambientate a Gifu |
L'abitazione di Shingen è invece un esempio dell'architettura militare e abitativa più tipica del periodo Sengoku. Si tratta di una buke yashiki 武家屋敷, una residenza fortificata. A quel tempo i daimyō conducevano i propri affari dalle proprie ville, edifici consoni alla vita quotidiana di un proprietario terriero e adatti alla conduzione degli affari, ma dotate di mura in terra battuta e, in periodo di guerra, facilmente rinforzabili con torri di avvistamento provvisorie come quelle che vediamo nell'immagine sottostante.
Quando poi un nemico minacciava di attaccare la residenza del signore locale, questi poteva fuggire in una fortezza come Gifu, Noda o Takatenjin, nascosta tra i monti, ben difendibile e luogo strategico da cui controllare il proprio territorio e l'avanzata degli assalitori.
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Il momento in cui il sosia viene cacciato dalla residenza di Shingen. |
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Il castello di Matsuyama che compare brevemente nel film |
Se poi vi ho interessato e non avete ancora visto Kagemusha potete noleggiarlo su chili.tv oppure potete trovarlo in dvd e blu ray su amazon.
Buona visione!
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