Come si può vedere dalla foto qui sopra, nei villaggi del periodo Yayoi, il terrapieno con la sua palizzata era costruito esternamente al fossato, rispetto al villaggio.
Normalmente ci aspetteremmo che fosse il contrario, ovvero che un nemico che voglia attaccarci, debba prima oltrepassare l'avvallamento e poi arrampicarsi fino alla palizzata.
Questa disposizione ha lasciato perplessi gli studiosi e sono nate diverse ipotesi sul significato e l'utilizzo che potesse avere.
All'inizio si era pensato che il terrapieno fosse un sostituto della palizzata, ma gli scavi archeologici, soprattutto quelli eseguiti nei kangō shūraku, i villaggi fortificati, hanno mostrato che terrapieno e palizzata spesso si complementavano a vicenda.
Un' altra ipotesi considera la possibilità di scontri a distanza, ovvero che i difensori usassero armi da lancio per attaccare i nemici impegnati a scavalcare palizzata e terrapieno senza ruzzolare nel fossato. Il fossato inoltre aumentava la distanza tra i due schieramenti, permettendo a chi usava le armi da lancio, di farlo da una ragionevole distanza di sicurezza.
In questo caso, anche gli abitanti del villaggio rischiavano di divenire facili bersagli per le frecce lanciate da oltre la palizzata. Un’ipotesi su come si riparassero ci viene data ancora una volta dalla letteratura.
In questo caso, anche gli abitanti del villaggio rischiavano di divenire facili bersagli per le frecce lanciate da oltre la palizzata. Un’ipotesi su come si riparassero ci viene data ancora una volta dalla letteratura.
Nel Kojiki (712 d. C.) e nel Nihonshōki (720 d. C.), le due più antiche e note cronache giapponesi, si parla degli inaki 稲城, tradotti letteralmente come “forti di riso”. Nel Nihonshōki ci vengono descritti come resistenti e solidi, cosa che cozza un po' con la nostra conoscenza della pianta del riso.
Si è ipotizzato che gli inaki fossero strutture fortificate dove veniva custodito questo cereale, ma gli studiosi adesso propendono per la possibilità che si trattasse di un tipo di fortificazione: covoni o fasci di paglia (warataba 藁束) ammucchiati e usati come riparo per rallentare e trattenere i proiettili nemici.
Più o meno lo stesso concetto dei sacchi di sabbia usati nelle moderne trincee, con la differenza che i proiettili "catturati" dai covoni potevano essere riutilizzati dai difensori.
Si è ipotizzato che gli inaki fossero strutture fortificate dove veniva custodito questo cereale, ma gli studiosi adesso propendono per la possibilità che si trattasse di un tipo di fortificazione: covoni o fasci di paglia (warataba 藁束) ammucchiati e usati come riparo per rallentare e trattenere i proiettili nemici.
Più o meno lo stesso concetto dei sacchi di sabbia usati nelle moderne trincee, con la differenza che i proiettili "catturati" dai covoni potevano essere riutilizzati dai difensori.
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