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Castello di Bitchū Matsuyama, foto presa dal sito TripAdvisor. (This photo of Bitchū Matsuyama Castle is courtesy of TripAdvisor) |
A discapito del loro nome, che significa letteralmente "castello di montagna", gli yamashiro 山城, erano costruiti su alture che raramente superavano i 600 metri, mentre il dislivello tra la base e la vetta andava generalmente dai 50 ai 200 metri.
La qualità di terreno forniva una protezione naturale contro i terremoti, ma esponeva gli edifici ai forti venti che spirano con i tifoni, che in Giappone sono altrettanto, o anche più, frequenti dei terremoti.
In origine erano rifugi temporanei dove il signore dello han 藩 si ritirava all'approssimarsi del nemico, mentre la residenza ufficiale rimaneva ai piedi della montagna.
In periodo Sengoku, quando la guerra divenne continua, si fece necessario avere basi sicure per tutto il tempo, non più solo in caso di emergenza. Così i castelli divennero fortezze permanenti che coincidevano con la dimora del daimyō. Ma castelli di montagna erano anche i piccoli forti di avvistamento e segnalazione (tsutae no shiro 伝えの城) che si trovavano sparpagliati in punti strategici del territorio e le fortificazioni a difesa dei confini (sakaime no shiro 境目の城).
Si stima che prima dell'unificazione del Giappone, ci fossero circa 5000 castelli di montagna.
Costruire in siti di questo tipo non era semplice, ma la montagna era ricca di materiale: gli alberi abbattuti diventavano legname per gli edifici, mentre la pietra era utilizzata per creare le mura (ishigaki 石垣) di sostegno ed evitare che il terreno disboscato franasse.
Non erano necessari grandi lavori di fortificazione, perché la natura stessa offriva elementi difensivi (scarpate, strapiombi, percorsi ripidi e facilmente sorvegliabili) che potevano essere integrati nel progetto del castello, permettendo di risparmiare tempo e risorse.
Uno dei difetti di costruire sulla vetta di una bassa montagna, era la mancanza di spazio. Per ovviare a questo problema, i costruttori elaborarono diverse soluzioni via via più complesse e dispendiose a seconda della necessità.
Di queste, dei punti di forza e di quelli deboli dei castelli di montagna vi parlerò nel weekend.
Tornate a leggermi!
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