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Niyō no ishigaki - castello di Kumamoto |
Nel corso dei secoli i metodi di costruzione sono andati evolvendosi, gli stili sono cambiati e non è sempre facile capire con quale tecnica siano state impilate le pietre o a quale epoca appartenga uno ishigaki.
Tanto più che i castelli venivano ampliati, ricostruiti e ovviamente subivano danni dovuti a terremoti, tifoni, inondazioni, cannonate... Danni che dovevano essere riparati, ovviamente usando le ultime conoscenze acquisite in materia di muratura.

diverse. Appartiene allo Higashi Takenomaru 東竹の丸: si sale la scalinata che dal Takenomaru conduce verso il castello, zigzagando al di sotto della Gokai yagura (di cui rimane solo la base) e si sbuca in un'area tra il Nishi Takenomaru (o Iidamaru 飯田丸) e lo Higashi Takenomaru. Qui, alla nostra destra, due alte mura con inclinazioni differenti bloccano in parte la vista del castello.
Vengono chiamate niyō no ishigaki 二様の石垣 ovvero "mura di due stili" e sono considerate un prezioso documento per conoscere come le tecniche di costruzione si sono andate evolvendo.
Sulla destra vi è lo ishigaki di epoca più tarda, probabilmente risalente al periodo in cui Katō Kiyomasa era signore del castello. L'inclinazione è più dolce e le pietre d'angolo sono impilate secondo una tecnica chiamata kasanezumi 重ね積み in cui vengono utilizzate pietre pressapoco delle stesse dimensioni.
A sinistra abbiamo invece un muro che si solleva alto, con una curvatura che va accentuandosi sempre di più verso la sommità, ricordando un ventaglio (questa curva è in effetti definita ōgi no kōbai 扇の勾配 "inclinazione a ventaglio"). Queste mura appartengono al successivo ampliamento del castello da parte degli Hosokawa che ne sono stati signori dal 1632.
Per raggiungere questa altezza senza perdere stabilità le pietre angolari vengono ora impilate seguendo uno stile chiamato sangizumi 算木積み (il sangi 算木 era l'abaco giapponese, composto di legnetti con cui fare i conti).
Le pietre utilizzate sono ora rettangolari, lavorate, e nel sovrapporle si alternano lato lungo e lato corto.
Anche nelle facciate, oltre che negli angoli, si possono riconoscere i diversi stili. Lo ishigaki più antico mostra pietre irregolari, appena sbozzate, che lasciano tra loro spazi riempiti con pietre più piccole. Questa tecnica è chiamata midarezumi 乱れ済.
A sinistra abbiamo pietre lavorate, tagliate in dimensioni simili, che combaciano tra di loro senza lasciare appigli e spazi. Questo nuovo stile utilizzato in periodo Edo si chiama nunozumi 布済 e fa riferimento alla parola nuno 布, ovvero tessuto, perché le pietre ricordano l'intreccio di un tessuto.
Nella parte superiore anche il muro di destra presenta pietre via via più regolari, indice dei lavori di restauro di cui è stato soggetto. Con questo intrecciarsi diventa difficile riconoscere con chiarezza stili diversi, soprattutto per occhi non allenati. Ecco perché la possibilità di fare un confronto in modo così diretto è un'opportunità preziosa, da non lasciarsi sfuggire se un giorno visiterete la città di Kumamoto.
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Purtroppo il terremoto dell'aprile 2016 che ha colpito la città di Kumamoto ha danneggiato gran parte delle mura del castello. I niyō no ishigaki sono ancora al loro posto, ma per i lavori di restauro in corso e le molte strutture ancora pericolanti, l'accesso ai cortili interni del castello è al momento interdetto.
bello ed interessante..come sempre..
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