mercoledì 25 febbraio 2015

Karabori, i fossati privi d'acqua a difesa degli yamashiro

Castello di Ōsaka - fossato asciutto


Il fossato, spesso accompagnato da un terrapieno realizzato con il materiale di risulta, è una delle prime tipologie difensive sfruttate dall'uomo. Anche in Giappone esso ha fatto la sua comparsa molto presto, come attestano ritrovamenti del periodo Yayoi (300 a.C.-300 d.C.).   

Esistono fondamentalmente due tipi di fossati che in giapponese si chiamano hori 堀: quelli asciutti (壕) e quelli pieni d'acqua (濠). Come si può immaginare, i fossati asciutti (karabori 空堀) sono quelli più antichi e in questo post scriverò di loro. 

I fossati di periodo Yayoi (un esempio è il sito di Yoshinogari, nel Kyūshū) erano particolari perché scavati internamente rispetto a terrapieni e palizzate perimetrali. Questa peculiarità sparirà nei secoli successivi e la disposizione dei due elementi si "omologherà" a quella standard di fossato all'esterno e terrapieno all'interno.


Vasto uso dei fossati e degli scavi (horu in giapponese significa "scavare") verrà fatto in periodo medioevale, quando la costruzione di castelli è sollecitata dalla situazione politica instabile e dai molti scontri tra i daimyõ

In questo periodo non si pensa ancora a riempire i fossati con l'acqua, perché ci troviamo su alture dove non è facile trovarla o portarla. Adesso i fossati sono utilizzati per rallentare i nemici o incanalarli verso punti dove saranno facili bersagli per le frecce e le lance dei difensori.

Questo tipo di fossato è chiamato tatebori 竪堀, letteralmente "fossato verticale". Si tratta di lunghi solchi che risalgono il fianco della montagna guidando i nemici in direzioni prestabilite, strette vie che impediscono loro di disperdersi e sparpagliarsi. Se poi venivano gettate pietre e detriti lungo questi canali, gli assalitori si trovavano privi di vie di fuga...
Verso la fine del periodo Sengoku questi tatebori erano scavati in serie, assumendo un aspetto che ricordava quello dei campi appena arati. Questo tipo di fossato in serie era definito "tatebori a solco" (unejõ tatebori 畝状竪堀).

Un altro modo in cui si difendeva la vetta di una montagna era scavarne letteralmente la cresta, dividendola in due o più cinte (kuruwa 曲輪) tramite degli horikiri 堀切. In questo modo si venivano a creare dislivelli che impedivano ai nemici di raggiungere il recinto principale in modo diretto. Per passare da una cinta all'altra erano lasciati stretti passaggi di terra o si utilizzavano ponti di legno mobili, difendibili con un minimo numero di uomini.

Nei volgere di pochi decenni, mentre il Giappone viene unificato, i castelli si ampliano, occupando terreni pianeggianti e vasti, dove tatebori e horikiri cedono il passo a una varietà di strutture difensive più moderne, per portare in trappola i nemici si costruiscono alte mura in pietra e i fossati diventano sempre più grandi, profondi e si riempiono di acqua.

I fossati asciutti non scompaiono del tutto, ma sono versioni prive di acqua dei loro fratelli moderni: ampi, proporzionati alle munifiche residenze dei signori feudali che dominano il Giappone Edo, protetti da pareti di pietra difficili da scalare. Un esempio è il fossato asciutto del castello di Ōsaka che si vede nell'immagine all'inizio del post.
Il loro tempo però é finito e a dominare letteralmente la scena sono i grandi fossati pieni d'acqua, ma di questi parlerò in un successivo post.

Continuate a leggermi!









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