giovedì 12 giugno 2014

Momentanemente assente per... lavoro!



Non siamo proprio chiusi, ma... ho ripreso a lavorare!

Ebbene sì, anche i disoccupati cronici a volte vengono richiamati al dovere.
E così ho fatto armi e bagagli e son partita per tornare a servire in un altro dominio e sotto un altro signore.
Non sono schiavizzata (anche se gli piacerebbe eh... :P) però a mancare è internet!
Perché il buco che mi hanno assegnato come dormitorio è a prova di connessione e lavorare seduti sulle scale o sulla strada mica è tanto comodo....

Quindi gli aggiornamenti del blog si diraderanno un po'.
Ma portate pazienza e vedrò di risolvere anche questo incoveniente!

venerdì 6 giugno 2014

Bōrōgata tenshu: quando il daimyo guarda lontano

Il termine giapponese bōrōgata 望楼型 significa letteralmente stile (kata) a "torre di vedetta" (bōrō) e descrive esattamente quello che erano i primi tenshu: fondamentalmente torri di vedetta montate al di sopra del tetto di un ampio palazzo.

Molto probabilmente si trattava di strutture difensive temporanee, fortificazioni aggiunte a edifici già esistenti in tempo di guerra e che si sono evolute in forme più durature nel periodo Sengoku, quando le battaglie non erano più questione di faide isolate, ma la quotidianità.

tetto in stile irimoya
Il tetto dell'edificio che fa da base è in stile irimoya 入母屋, tipico della tradizione orientale e caratteristico di castelli e templi buddhisti. Le torri di vedetta invece richiamano le strutture nate già agli albori dell'architettura difensiva giapponese, anche se ormai sono diventate più solide e complesse.

All'inizio si trattava di due edifici distinti che si sovrapponevano l'uno all'altro.
Osservandone la struttura interna possiamo riconoscere la loro reciproca indipendenza nel fatto che il pavimento dell'elemento superiore poggia ed è sostenuto dai pilastri del palazzo inferiore.
bōrōgata tenshu di tipologia più antica

Nel periodo Azuchi-Momoyama questa struttura inizierà ad avere un'identità propria, non più composizione instabile, ma edificio unitario progettato direttamente come tale.
bōrōgata tenshu di tipologia più tarda
Per conferire maggiore stabilità alla struttura vengono usati dei pilastri in legno che interessano due piani: attraversano il pavimento del primo e vanno a sorreggere il soffitto di quello superiore. Questi pilastri in giapponese sono chiamati tōshi bashira 通し柱.

In alcuni casi, come nel castello di Himeji, erano usati anche enormi pilastri centrali che, ispirati alla tipologia della pagoda, attraversavano e sostenevano tutta la struttura dal basamento fino all'ultimo piano, rendendo il mastio ancora più resistente a eventi naturali come terremoti e tifoni.

Caratteristica visiva dei bōrōgata tenshu è che spesso piani interni e tetti esterni potevano non corrispondere, ma di questa peculiarità ne prlerò in altra sede.

Ritornate tra qualche giorno per conoscere le caratteristiche del sōtōgata tenshu.
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Per i disegni si ringrazia l'architetto Giulia Asaro, che ha fatto un ottimo lavoro!

domenica 1 giugno 2014

Gengoyagura. I mille significati del tenshu

Con questa rubrichetta che chiamo Gengoyagura  言語櫓, la yagura (torre) della lingua, intendo fornire qualche curiosità sul giapponese. Non è un corso di lingua, ma giusto una raccolta di informazioni che vi permetteranno di meglio apprezzare i termini originali e quelle sottigliezze di significato che solo un vero giapponese può cogliere appieno.




Per rendere la parola tenshu in giapponese, nel corso dei secoli sono stati usati molti kanji diversi: 天主・天守・殿主・殿守. A ognuno di questi composti è possibile attribuire sfumature di significato differenti.

I kanji che vengono usati attualmente sono ten 天 e shu 守 che significano rispettivamente "cielo" e "proteggere".
天 in cinese e giapponese ha anche il significato traslato di "regno", "mondo". Quindi 天守 può essere il "protettore del cielo" o "protettore del mondo".
Lo stesso carattere compare infatti in termini come tenka 天下- letteralmente "le cose sotto il cielo", ovvero il mondo o il Paese intero; tenkabito 天下人 - termine che indica colui che ha unificato il paese (i tre grandi tenkabito, unificatori del Giappone, sono Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu); tennou 天皇 - l'imperatore del Giappone.
Questi due kanji sono spesso accompagnati anche dalla parola kaku 閣 che designa un edificio a più piani, come è appunto il tenshukaku 天守閣.

Uno dei primi a usare il termine tenshu è stato Oda Nobunaga che, nei suoi diari, usa i kanji 天 e 主. Questi due caratteri, fino al periodo Meiji e Taisho, erano usati anche per indicare il Dio cristiano e il termine tenshukyou 天主教 indica il cattolicesimo romano, che i missionari gesuiti avevano introdotto in Giappone all'inizio del "secolo cristiano" (1549-1639), dunque nello stesso periodo in cui Nobunaga stava salendo al potere.
Quando si parla del tenshu del castello di Azuchi, si è soliti usare questi due kanji (安土城天主), invece di quelli che vengono usati per tutti gli altri esempi.

Un'altro kanji utilizzato per ten è 殿 e può essere letto anche dono. Dono è il signore di un feudo, nonché l'appellativo utilizzato per rivolgersi a una persona importante (es: Odadono - Il Signor Oda). Nella lettura ten, che compare nel composto goten 御殿, indica anche la residenza del signore feudale.
Quindi 殿守 può essere il "protettore del signore" del feudo o della sua dimora.